Pericolo imminente visto che il gip di Tivoli Cecilia Angrisano il 6 novembre ha rigettato le richieste di revoca o sospensione dell'ordine di sgombero e ha affidato al pm il compito di «curarne l'esecuzione». La sola colpa dei residenti è quella di aver comprato 117 villette immerse nella natura a pochi chilometri da Roma fidandosi delle licenze rilasciate dal Comune, dei periti delle banche che hanno concesso i mutui e dei rogiti notarili per l'acquisizione degli immobili.
Le cento famiglie «a rischio sfratto» le hanno provate tutte: hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame e alla Corte di Cassazione (rigettati entrambi), hanno scritto al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio, hanno rivolto appelli al prefetto di Roma, si sono incontrati con i tecnici della Regione. Ma è stato tutto inutile. La Procura di Tivoli intende andare avanti e il Comune di Riano non è riuscito a «salvare i suoi cittadini».
Lo sgombero ormai è alle porte. Il reato contestato dal pm Luca Ramacci è quello di lottizzazione abusiva perché quei terreni hanno destinazione agricola e non residenziale. In pratica, il Comune non avrebbe dovuto rilasciare le licenze e i costruttori non avrebbero dovuto edificare e vendere le villette sui 135 ettari in località Valle Braccia, Colle delle Rose, Stazzo Quadro e via dell'Omo. Gli indagati sono 193: i proprietari, i costruttori e il funzionario comunale che ha concesso i permessi. Ma a pagarne le conseguenze più pesanti sono le famiglie in cui vivono anche molti bambini, anziani e malati. «Questa non è vita - racconta Stefania Di Nino che abita in una delle 117 villette assieme al marito e a due bambini - La Procura è rigida nelle sue posizioni, il Comune pure. In mezzo ci siamo noi, le vittime che rischiano di trovarsi in strada. Ciò che crea il panico è non avere risposte. Siamo venuti ad abitare qui per crescere i nostri figli fuori dal caos cittadino e rischiamo di perdere tutto».
Domani mattina i residenti hanno organizzato una manifestazione in piazza Colonna, davanti a Palazzo Chigi, per cercare di attirare l'attenzione delle istituzioni. Di loro si è occupata anche Striscia la Notizia che ieri ha fatto visita al sindaco per capire come intende muoversi per scongiurare lo sgombero. Ma il primo cittadino, Nicola Regano, ha ripetuto ancora una volta di avere le «braccia legate». Regano ha detto di essersi rivolto anche al prefetto. Per ora inutilmente. Ma aggiunge: «Non sapremmo dove accogliere così tante persone. Sarebbe una grave emergenza sociale». Una situazione «paradossale» dicono in paese. «Io e mia moglie abbiamo acquistato casa nel 2003 - racconta Fabrizio Mannocchi - nessuno ci ha detto niente. Per noi era tutto regolare. Cinque anni dopo la Forestale ci ha bussato alla porta dicendo che la casa era sequestrata. Adesso le proroghe allo sgombero sono scadute. Chi ci ridarà i soldi del mutuo? E, soprattutto, dove andremo ad abitare?».
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